“Ballate Mitomagiche” e “Il Guardiano Alato” di Arthuan Rebis
Canzoni mistiche e un romanzo fantastico per mondi sull’orlo dell’apocalisse
“Ballate Mitomagiche” è il nuovo album musicale di Arthuan Rebis. 16 canzoni, in parte scritte in uno stato di temporanea sordità, presenti anche all’interno del nuovo romanzo “Helughèa. Il Guardiano Alato” (Eterea Edizioni), sequel di “Helughèa. Il Racconto di una Stella Foglia”, ma che si presenta come un’opera stand alone.

Album e romanzo, in uscita a maggio 2025, con una serie di videoclip.
Nel precedente doppio lavoro la funzione musicale primaria era quella di narrare profezie, amplificare le emozioni e i presagi contenuti nella rispettiva opera letteraria, aprendo portali invisibili tra un mondo umano corroso dalle guerre mondiali e il regno fatato in piena crisi geopolitica.
Nella nuova duplice opera, Ballate Mitomagiche e Il Guardiano Alato sono tanto indipendenti, quanto complici. Nessuno dei due è essenziale per l’altro, ma congiunti permettono una profonda immersione. Il disco è inoltre un elemento metaletterario presente in varie dimensioni della vicenda letteraria.
Il romanzo è stato associato a Ende, Carroll, Dick, Orwell, Tolkien, Evangelisti e alla serie TV The Dark. Mentre per le canzoni sono stati citati Battiato, Branduardi, McKennitt, Dead Can Dance, The Cure, Corvus Corax ed altri. L’ampio spettro di corrispondenze mostra quanto matura e personale sia la firma di Arthuan, che presto sarà in tour in giro per l’Italia e al Gotik Treffen di Lipsia, in Germania.

Un romanzo dark fantasy, apocalittico e spirituale, tra distopia e utopia
Fedya, la ragazza protagonista, e la sua famiglia devono intraprendere un viaggio attraverso dimensioni mai immaginate per svelare antichi misteri: chi ha propiziato la nascita del genere umano? Qual è il segreto che unisce i mondi di Helu e Ghèa? Forze cosmiche e piani temporali si intrecciano in un’avventura che ha come fine la guarigione di mondi infranti. Grazie alla sapiente alchimia di elementi magici, fantastici e fantascientifici, combinati con la crudezza di un’atmosfera da fine del mondo, Il Guardiano Alato arricchisce il genere fantasy con tematiche eco-spirituali, esoteriche e metaletterarie.
Rebis si applica perciò con una sensibilità originale in un genere letterario spesso cristallizzato in stereotipi e tematiche difficili da scalfire.
Il romanzo, impreziosito da brani musicali accessibili gratuitamente tramite un QR code presente nel libro e dalle illustrazioni di Nicola Caleo, offre un approccio sensoriale a tutto tondo che amplifica l’esperienza della lettura. Il Guardiano Alato è ideale per quei lettori di fantasy e science fiction che apprezzano narrazioni ricche di simbolismi e sperimentazioni stilistiche, nonché per chi è attratto da temi ambientali e spirituali in un contesto letterario innovativo e avvincente.
Un disco fantasy folk, tra cantautorato mistico e ballate bardiche ed eteree
Con una rapida panoramica dei brani incontriamo per prima Melancholia, sublimazione del sentimento corvino e saturnino che anima i poeti più lunari, ben descritto dagli alchimisti e da Durer. Poi abbiamo Metamorfica, serenata alchemica per “Fare Anima”. E tra coraggio e meraviglia incontriamo Ethereon, Era Oscura e Stella Fatua, per approdare al Cantico della Dea, ricco di immagini opposte che si risolvono nel Mantra della Saggezza. In Chanson des Bardes arpa e voce tessono trame ed enigmi, con melodie e armonie trascritte da Arthuan durante un sogno. Il Mago e le Torri è una ballata alchemica che impersona l’essenza di un alchimista illuminato, ed è simile a Il Matto e il suo Scettro, nitida come una carta dei Tarocchi. La dionisiaca Mainades introduce alla preghiera nettuniana e mercuriale di Angelo del Mare.
Salpiamo infine tra i canti heludin e un incantesimo di liberazione dei nemici, prima di uscire dall’universo di Arthuan, con una dedica a David Lynch.
Il tutto è attraversato da canti d’ogni sorta, arpa celtica, clavicembalo, nyckelharpe, esraj, chitarre, basso, cornamuse, flauti, bouzouki, synth, tamburi a cornice, percussioni, bouzouki, santur, violini, violoncelli, su incantevoli paesaggi sonori.
Ballate Mitomagiche, i brani
Melancholia
Un tema molto importante nei romanzi di Arthuan, così come nella storia dell’arte e della tradizione alchemica, si pensi all’opera di Durer (citato nel videoclip).
Metamorfica
Serenata alchemica che nel romanzo «Il Guardiano Alato» viene scritta da Carlo per la sua amata Tìndril, ma che si può estendere a qualsiasi essere e ad ogni aspetto dell’anima. Il «fare anima» è un omaggio a James Hillman.
Ethereon
Brano in lingua heludin, nel libro «Il Guardiano Alato» sigilla l’incoronazione di un’eroina alle porte dell’Era Oscura.
Stella fatua
Una Stella Foglia/Fuoco Fatuo che annuncia presagi e trasporta una coscienza. Incipit del romanzo.
Era Oscura
Brano più movimentato, dove regnano le cornamuse e la consapevolezza che ogni cambiamento collettivo sorge da un processo di trasformazione della propria mente.
Cantico della Dea
Brano scritto in uno stato di sordità temporanea. É un inno poetico alla natura dei fenomeni, per come viene intesa nella tradizione buddhista. I fenomeni sono vuoti di autoesistenza e per questo luminosi e puri al di là delle apparenze. Il ritornello recita il Mantra della Saggezza. Il resto del testo è pregno di citazioni e figure poetiche apparentemente opposte che si armonizzano nella loro naturale trascendenza.
Chanson des Bardes
Brano sognato da Arthuan. Nel sogno era suonato e cantato da un druido. Nel libro, questa canzone viene riscoperta da uno dei personaggi, il quale in una vita precedente era discepolo proprio di quel bardo. Ci sono molti enigmi racchiusi nel testo. Alcuni vengono risolti nel romanzo.
Il Mago e le Torri
Ballata alchemica che impersona l’essenza di un alchimista illuminato e la sua visione del mondo. Potrebbe riferirsi anche a un personaggio del libro: il Dottor Yon.
Canto del Tarlo
Poesia grottesca che nel romanzo è scritta da uno dei personaggi (Bardolph il Becchino), ricca di onomatopee.
Il Matto e il suo Scettro
Nuova versione di un brano composto da Arthuan nel 2016 e che è presente in un album degli In Vino Veritas. Nel libro assume nuove sfumature, ma originariamente fu ispirata dal saggio “Il Fool e il suo scettro”, nonché da esperienze di settimane trascorse come musico carnascialesco al servizio dell’alta società praghese e dei locali notturni nei bassifondi della città.
Mainades
Brano in greco antico, “Dioniso e le Menadi danzano nel bosco sacro”. Ricco di sfumature vocali e canti armonici.
Angelo del Mare
Poesia mistica dell’amico grecista e filosofo Angelo Tonelli, musicata da Arthuan tanti anni fa, ma mai pubblicata finora.
Meth aion
Brano in lingua Heludin, cantato dai sovrani di Helu, divenuti Sole e Luna dell’Albero Immenso. È un inno all’Amore Cosmico.
Namarie
Da una poesia di Tolkien, con testo in elfico quenya: “Ah! come oro cadono le foglie al vento, lunghi anni innumerevoli come le ali degli alberi! I lunghi anni sono passati come rapidi sorsi del dolce idromele in alti saloni oltre l’Occidente, sotto le azzurre volte di Varda ove le stelle tremolano.”
Merseburger Zaubersprüche
Cover degli Ougenweide con un arrangiamento che sfocia in una rielaborazione. Il testo fa parte degli Incantesimi di Merseburgo. Si tratta di una benedizione di liberazione dei prigionieri, ed è la più antica preghiera in tedesco antico. Proviene da una fonte del IX secolo.
In Dreams
Cover di Roy Orbison e tributo a David Lynch, per aggiungere un ulteriore tocco straniante
all’album. Le sonorità del brano originale si sposano al contesto storico di gran parte degli eventi del
libro “Il Guardiano Alato”. Eventi che vanno dal secondo dopoguerra agli anni Settanta, sfociando in futuri distopici piuttosto lontani.
The Calling
Questo brano era già uscito come singolo.
Crediti
Tutte le musiche e i testi sono di Alessandro Cucurnia (Arthuan Rebis)
tranne: “Angelo del Mare” (musica di Cucurnia, testi di Angelo Tonelli), “Namarie” (musica di Cucurnia, testi di J.R.R.Tolkien), “Merseburger Zaubersprüche” (testi del IX secolo, musica di Frank Wulff), “In Dreams” (musica e testi di Roy Orbison).
Arthuan Rebis: voce, arpa celtica, nyckelharpa, chitarre, bouzouki, cornamuse, flauti, santur, esraj, sintetizzatori, basso, tamburi a cornice, percussioni, programmazione, editing, mix, mastering
Nicola Caleo: batteria e percussioni
Alice Petrin: voce, violino, nyckelharpa, musette, tamburello
Ospiti
Daniele Dubbini: bansuri su “Stella Fatua” e “Angelo del Mare”.
Fabio Ussi: violino su “Angelo del Mare”.
Beppe Brotto: esraj su “Angelo del Mare”.
Mr Jumbo: programmazione su “The Calling”.
Copertina: acquerello di Nicola Caleo
Foto di Maddalena Andreoli
Biografia breve di Arthuan Rebis

Arthuan Rebis è dottore in Cinema, Musica e Teatro; compositore, scrittore, cantante, polistrumentista, arpista e concertista internazionale. Studioso di tradizioni musicali e spirituali d’Oriente e d’Occidente.
Da solista e con diversi progetti ha collezionato più di 1000 esibizioni in Italia e in 15 nazioni.
Le sue ispirazioni musicali spaziano dal folk nordico e bardico alla musica arcaica, medievale, orientale e cantautorale, dai canti armonici fino al prog, dalla wave al pagan/fantasy folk. Utilizza lingue umane e fantastiche, come l’elfico e lo heludin (lingua che ha inventato per i suoi romanzi).
Nel 2023 esce il suo quarto album solista “Canti di Helughèa” (Black Widow Records) che vede come ospite il “Lord Byron” della musica rock: Paul Roland. Il disco accompagna il romanzo fantasy eco-spirituale scritto da Arthuan: Helughèa. Il Racconto di una Stella Foglia (Eterea Edizioni), presentato al Salone del Libro, a Wonderland (RAI 4), a Fahrenheit (RAI Radio 3) e con un concerto a Lucca Comics 2023.
Nel 2021 esce il suo terzo album solista, Sacred Woods (BW records), dove figurano tra gli ospiti: Paolo Tofani, Mia Guldhammer, Glen Velez, Vincenzo Zitello.
Il precedente lavoro è una fiaba sonora intitolata La Primavera del Piccolo Popolo (2020), nella
quale è presente la voce narrante dell’amico Paolo Tofani (storico chitarrista degli Area con Demetrio Stratos), con il quale realizza nel 2022 il doppio singolo La Tempesta/Non è possibile.
Dal 2011 è compositore, musicista, cantante e produttore della band In Vino Veritas, tra le più importanti realtà europee in ambito folk medievale e pagano.
Dal 2017 è stato fondatore, principale autore/compositore, produttore e cantante del progetto The Magic Door. L’omonimo album, ispirato dalla Porta Alchemica di Roma, presentato al Napoli Teatro Festival e al Taormina Film Fest.
I principali riferimenti digitali dell’artista:
sito web
canale youtube
Perché Mitomagia?
“Ho coniato questo termine Mitomagia per esigenza calamitica. Devo trovare dei compromessi per parlare indirettamente di qualcosa che è così stratificato e multidisciplinare, ma che, con una forte identità, spalanca mondi narrativi e simbolici.
Analizziamo il termine: dietro storie, intrecci, note e versi, c’è il Mito, quindi la mitopoiesi, dove gli elementi creativi sono animati dal teatro degli archetipi.
L’Arte ci cura da sempre, tra catarsi e omeopatia: dai riti sciamanici alle fiabe popolari, da Euripide ai ventriloqui di strada, dai trovatori ribelli ai cantori altaici, da Shakespeare ai Surrealisti, da Dante a Tolkien, da Mary Shelley a Miyazaki. Tra maghi, animali immaginari, antenati mitizzati, vampiri, fate, angeli, yaksha, demoni, dèi, golem, chimere, alieni, spiriti elementali e così via, vi sono innumerevoli mascheramenti di un’unica sconfinata saga che parla di tutti noi.
Il Mitomagico desidera accogliere una Magia Amica che governa il fantastico: quella dell’inusuale, del meraviglioso e dell’extra ordinario. Una magia che come un Bardo sa toccare tutte le corde facendo esaltare, stupire, spaventare, commuovere e riflettere. Il Mitomagico cerca di tener conto che questa “magia” immaginale è lo specchio del mondo: non evade dalla realtà ordinaria, ma piuttosto ne mette in scena una maschera, e mascherando la rivela. Non cerca di ingannarti, ma ti fa vedere l’inganno, invitandoti nell’Oltre.”
In che senso il magico-fantastico rivela l’ordinario?
La più potente magia è qui con noi nella terra di mezzo tra nascita e morte, nella nostra mente ordinaria che si afferra alle illusioni in ogni istante del giorno.
Il Fantastico e l’Invisibile sono Maestri di Vita. La pace della mente semina la pace nel mondo.”